E’ il giorno di Xiaomi Mi Max 2 e la presentazione ufficiale, in cantiere ormai da diverso tempo, è assai più effettiva di quanto non lasciassero prefigurare le indiscrezioni reiteratesi finora. Segno che i rumors, tutto sommato attendibili e anche abbastanza veritieri, sono in parte stati smentiti.
Del nuovo phablet Android di Xiaomi, successore della gamma inaugurata soltanto un anno addietro, ve n’è infatti soltanto uno. A lasciare un vuoto – vedremo se sarà colmato nell’immediato prosieguo – è il modello che i bene informati catalogavano sotto il segmento medio-alto del mercato mobile, in ossequio alla presenza dell’ultimo processore di Qualcomm, lo Snapdragon 660, accoppiato poi magistralmente da ben sei gigabyte di memoria RAM LPDDR4.
Intatta invece la versione (che poi è una sola, almeno per il momento) con a bordo lo Snapdragon 625, presentata per l’appunto qualche ora or sono. Al netto delle ricostruzioni errate, sembra esser evidentissima la strategia di Xiaomi: mettere in commercio un prodotto che possa brillare in termini di autonomia, a tal punto da classificarsi al primo posto in questa speciale graduatoria. E su tal fronte si orientano le scelte del brand cinese, articolate in tre differenti mosse: il processore, in primo luogo, ma anche la risoluzione <<conservativa>> del display (Full HD) e la batteria, da ben 5.300mAh, con annesso supporto alla ricarica rapida Qualcomm Quick Charge 3.0 tramite connettore USB Type-C (68% di ricarica in 1 ora). Tanto basta per incastonarla in una scocca che non fa di certo del peso e delle dimensioni il suo punto di forza.
Xiaomi Mi Max 2 non offre soluzioni particolarmente aggressive in termini di estetica e di design, riprendendo per gran parte le scelte stilistiche del diretto predecessore, fatta eccezione per il design delle bande di antenna che strizzano l’occhio all’ultimo nato di Apple. Lo Snapdragon 652 (processo produttivo a 28 nanometri con quattro core Cortex-A53 e quattro core Cortex-A72) lascia il posto allo Snapdragon 625 (processo produttivo a 14 nanometri ma impiego solo di core Cortex-A53), in coppia con 4 gigabyte di memoria RAM LPDDR3 e 64 o 128 gigabyte di spazio di archiviazione interno. Discorso leggermente diverso per ciò che concerne il comparto multimediale, visto che Xiaomi ha deciso di impiegare il sensore Sony IMX386 da 12 megapixel – lo stesso di Meizu MX6 e Xiaomi Mi6, tanto per intenderci – nella parte posteriore dello smartphone (la fotocamera frontale è da 5 megapixel) e altoparlante stereo, posizionati nella parte anteriore e posteriore in modalità landscape.
Insomma, nessuno stravolgimento ma una strategia volta a metter in evidenza un prodotto che punta ad ingolosire gli <<irriducibili>> dell’autonomia, anche a costo di sacrificare portabilità e dimensioni (174,1 x 88,7 x 7,6 millimetri con peso di ben 211 grammi): il produttore cinese promette infatti due giorni pieni di ricarica, con ben 21 ore di navigazione, 18 ore di riproduzione video, 9 ore di gaming e 57 ore di chiamate. Xiaomi Mi Max 2 sarà commercializzato in Cina ad un prezzo equivalente di 220 euro nella versione da 4GB RAM e 64GB di storage e 259 euro per quella con a bordo 128GB di spazio di archiviazione interno.
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